2006-08-21

That’s Beijing


 
All’inizio del 2003 That’s Beijing è il vademecum dello straniero a Pechino. Su questa rivista, di cui esiste una copia corrispettiva a Shanghai e una nel Sud della Cina, vengono pubblicati articoli su vari argomenti, dalle recensioni di bar e ristoranti a mostre e rappresentazioni, cucina, sport ed escursioni, musica, letteratura, nuove leggi che coinvolgono gli stranieri, più annunci vari per chi cerca/offre casa, lezioni di lingua e ogni altro genere di servizi. La cosa più bella è che è tutto gratuito, finanziato con le pubblicità, e si trova in tutti i luoghi dove gli stranieri vanno, per lo più hotel, ristoranti e bar. Col tempo sono nate diverse copie di That’s Beijing, ma nessuna ha mai raggiunto i suoi livelli qualitativi, che stanno non solo nella parte grafica, merito di fotografi professionisti e Jingyi, ma anche e soprattutto nei contenuti, creati da un team di anglofoni e sinofoni che vivono nella capitale da anni.
That’s Beijing non è solo una rivista commerciale, ma rappresenta uno stile di vita: è scritto e curato da persone che non stanno a Pechino per lavoro o per necessità, ma perché la amano. Persone che, a dispetto delle origini, si sentono pechinesi dentro e si sono radicati nella città, venendone adottati. Ne conoscono le strade, gli angoli più sperduti e lo slang, e vivono per realizzare una nuova cultura, fatta delle tradizioni della vecchia Pechino mescolate con le tendenze nuove di tutto il mondo esterno; una cultura di una nuova Pechino, non solo capitale della Cina, ma di diritto centro culturale di primo piano del mondo. Ci sono scrittori, musicisti, artisti, presidenti di associazioni che ogni giorno si impegnano per rendere Pechino, la loro città, un luogo migliore che fonda Cina e mondo esterno, passato e futuro, in qualcosa di nuovo e unico, la nuova Beijing.
L’esistenza di That’s Beijing apre prospettive nuove alla mia mente. Non lo realizzo ancora, ma questa epifania avrà conseguenze importanti nella mia vita.

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