2006-08-07

Silenzio mentale


Uno dei motivi per cui il mio primo soggiorno a Pechino cambia la mia percezione del mondo è che capisco poco di quello che sento e sono analfabeta. Per la verità, so leggere quanto basta: dopo qualche settimana, ho imparato a distinguere un ristorante da un barbiere e un supermercato da una stazione di polizia. Ma non capisco la pubblicità, né quella stampata né quella trasmessa via radio o TV. Vivo di fatto senza essere irritato ogni santo giorno dai personaggi dell'immaginario pubblicitario: la ragazza dei cellulari, il cane della carta igienica, il bambino dei sofficini, il manager vincente delle banche. Mi dimentico della loro esistenza.

Di più, non sento nemmeno i discorsi della gente per strada, ignoro totalmente i loro ragionamenti futili, i loro lamenti fini a sé stessi, le loro battute sconvenienti. Tantopiù che, essendo laowai, la gente comune ha paura a rivolgermi la parola e nemmeno mi guarda per discrezione o timore di attrarre il mio sguardo di barbaro.




E mi rendo conto che il luogo in cui sono nato limita la mia libertà di pensiero: troppe luci, troppe distrazioni, troppi richiami uccidono il pensiero. Compra questo, prova quest’altro, vieni a vedere questo posto e comportati in questa maniera. I media e le persone che li seguono definiscono la realtà in cui esistiamo.

Qui, invece, vivo in una situazione di isolamento assoluto. Pechino è solitudine. Quando guardo il cielo, azzurro e sereno 300 giorni l'anno, mi sembra di sollevarmi da terra e perdermi in esso. Perché, in quell'assenza di distrazione, in quel silenzio completo, in quella solitudine impossibile da rompere anche volendo, io PENSO. E mi sento vivo, mi sento felice, mi sento uomo libero. Posso riflettere, scrivere, scegliere in assoluta indipendenza. Io sono me stesso senza compromessi, sono non già il nome che mi è stato assegnato alla nascita, ma quello che mi è stato dato da un'amante cinese nel mio ventunesimo anno d'età. Kuang Biye - la terra selvaggia, il deserto incontaminato, la landa senza fine dove mai nessun uomo ha tracciato sentiero. Uno spirito libero.


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