Nei mesi successivi, nei pigri pomeriggi milanesi, quando il sole comincia a scendere dietro i palazzi e gli alberi colorando di rosso il cielo azzurro, spesso metto su una delle canzoni di Pechino. La porta del balcone spalancata, mi siedo a guardare fuori, e mi accendo una Zhongnanhai 8, estratta dai pochi pacchetti che ho portato con me in Italia.
Non fumo più come prima, a Milano. Si sente che l’aria è pulita e la puzza del tabacco rimane addosso. Fumo meno, e con più gusto. La sigaretta mi porta indietro ai ricordi di poche settimane prima, e penso alla mia avventura e a quanto è cambiato dentro di me. Guardando la strada sotto casa mia, sembra tutto un sogno: sono davvero stato in Cina?
Sì, ci sono stato. E ci tornerò ancora.
Non fumo più come prima, a Milano. Si sente che l’aria è pulita e la puzza del tabacco rimane addosso. Fumo meno, e con più gusto. La sigaretta mi porta indietro ai ricordi di poche settimane prima, e penso alla mia avventura e a quanto è cambiato dentro di me. Guardando la strada sotto casa mia, sembra tutto un sogno: sono davvero stato in Cina?
Sì, ci sono stato. E ci tornerò ancora.
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