2006-09-10

Strade separate

Sia io che Massimiliano ci stiamo abituando a Pechino, e ognuno ha acquisito una certa routine. Vivendo assieme, mangiando assieme e lavorando assieme, tuttavia, è normale che non si abbia sempre voglia di passare assieme anche il tempo libero. E’ così che ci si distanzia un po’, non ci si parla tanto come prima.

Da un lato io esco con Jingyi e i suoi amici, Yao e Alberto, Sasha e Patricia, e tanti altri stranieri; sono molto attivo ed esplorativo. Massimiliano si impigrisce e cade nella morsa dei DVD, la trappola degli stranieri in Cina. Si crea una collezione di film di guerra da fare invidia. Quando non guarda DVD e non esce con me si vede con altri italiani: Stefano, Christian e Gabriele, un ragazzo di passaggio in viaggio di lavoro.


Ogni tanto io e Massi ci troviamo ancora per caso nella sala fumatori del Jingguang.
“Oh, che piacere”
“Prego, dottore, si sieda”
Ci si accomoda sul divano rosa riparato con colla e scotch, e si scambiano due parole. Si è davvero come fratelli – ci si capisce al volo ma non necessariamente si frequentano le stesse compagnie e si hanno le stesse abitudini. Andiamo d’accordo su tutto, tranne su una cosa: le donne. Io, romantico disperato alla ricerca dell’anima gemella; lui, realista distaccato che vede il tradimento come unica scelta possibile in ogni storia. Secondo me non gli piace che io stia con Jingyi, eppure spesse volte la domenica lui va a Tianjin a trovare il marito di Linda, lasciandomi la camera libera. Non me lo ha detto ma lo so che lo fa apposta per darmi una mano.


Esiste un rispetto reciproco assoluto, e un’intimità mentale che non necessita discorsi eccessivamente lunghi. Quello che abbiamo condiviso e condividiamo ancora basta. Due ragazzi italiani a Pechino.

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