Titolare il post “Piove, Governo Ladro” sarebbe stato troppo facile. E infatti l’hanno fatto in troppi, sull’argomento. Quindi legherò la vicenda ad una leggenda di Pechino vecchia di secoli, che racconta di due vecchi draghi che, essendo innamorati di Pechino come del resto chi scrive, nonostante la loro condizione aliena avevano preso forma umana e vivevano in mezzo agli hutong insieme alla gente della lao Beijing.
Un giorno, dopo molte primavere in cui avevano vissuto nella capitale, la città fu assalita da numerose e feroci tempeste di sabbia, che la ricoprirono di un pesante velo di polvere. Poiché mai le condizioni atmosferiche erano state così avverse, i due draghi si insospettirono e decisero di mettersi in cerca della causa delle tempeste per proteggere la loro amata città. Fu così che, nei pressi della porta di Deshengmen, trovarono due mendicanti dall’aria eccessivamente cenciosa e sporca: una vecchia e un bambino, ciascuno con due sacchi, la prima pieno di grigia polvere, il secondo pieno di grigio cotone. I draghi si insospettirono e cercarono di fermarli per interrogarli, ma i due mendicanti tentarono di fuggire: inutilmente, perché i draghi li intrappolarono in un hutong, ciascuno bloccando uno degli accessi, e li innaffiarono con il loro soffio d’acqua, fino a che i due mendicanti confessarono di essere spiriti malvagi. Il bambino si buttò in ginocchio e vuotò il sacco di cotone, da cui uscirono nubi furiose, e i draghi le aspirarono nelle loro enormi fauci. Allora la vecchia vuotò anche il suo sacco, pieno di vento sabbioso, e i draghi cominciarono a starnutire, dando ai due spiriti il tempo di fuggire nell’aria verso i deserti del Nord. Quando i draghi si ripresero, attimi dopo, si lanciarono all’inseguimento. E da allora non furono più visti a Pechino.
Le tempeste di sabbia si calmarono per molti anni, ma infine ricominciarono a crescere in intensità, e per questo i pechinesi costruirono, nei pressi della porta di Deshengmen, uno yingbi (影壁), uno schermo contro gli spiriti, fatto di metallo e rapresentante i due draghi, e da allora la città fu protetta dalle grandi tempeste.
Lo schermo fu spostato durante i lavori di espansione della città nel 1946, e da allora le tempeste ricominciarono. Ma il governo non ha mai pensato di risistemare lo schermo al suo posto, e lo ha lasciato in un angolo del Parco Beihai come attrazione turistica. Invece, nella tarda primavera del 2006 ha deciso di portare indietro direttamente i draghi, le creature che dominano laghi e tempeste di pioggia.
Per tutta l’estate, si possono sentire dei forti rombi nel cielo, come tuoni, e poi la pioggia arriva e blocca le tempeste di sabbia facendo precipitare le particelle sottili a terra. Secondo l’agenzia di stampa nazionale Xinhua, la protezione civile sta sperimentando un nuovo metodo per proteggere Pechino e le future Olimpiadi dal cattivo tempo e dalle tempeste di sabbia: questa tecnica all’avanguardia consiste nello sparare in aria, con speciali cannoni, dei composti chimici che, a contatto con le nubi, le trasformano in pioggia. Oltre a bloccare le tempeste di sabbia, il metodo viene usato anche la notte precedente a una manifestazione: durante la notte le nubi si diradano, garantendo una bella giornata di sole per la cerimonia. Il risultato è che non si è mai avuta, a Pechino, un’estate più piovosa di quella del 2006.
E’ curioso notare come numerosi tecnici stranieri si dichiarino scettici sulla possibilità di causare pioggia artificiale sparando speiali soluzioni con i cannoni. Eppure si sentono rombi nel cielo e la pioggia cade. Che i due draghi siano tornati a proteggere la Pechino del ventunesimo secolo?
1 commento:
mon dieux!!
non so se è perchè qui c'era la concessione francese, ma a volte "mon dieux" è l'unica cosa che riesco a pensare davanti alle assurdità di questo paese!!
spazzare cielo e nuvole per le manifestazioni...
"mon dieux"...e scuotere la testa
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