2006-11-19

Nuova possibilità

Arriva ottobre, e il mio contratto scade. Cerco lavoro, ma non lo trovo – soliti complimenti per il curriculum, promesse su promesse e mai nulla di fatto. Un paio di sere prima della mia partenza saluto Laura, una ragazza tedesca conosciuta la settimana prima, e che non vedrò probabilmente mai più. E’ questo il triste destino di chi è sempre in viaggio, come me e lei. Nel suo minuscolo appartamento da studente nella zona periferica di Hongkou, condiviso con un ragazzo coreano, mi consegna una cartolina, ricevuta da suo zio anni prima: è una foto del Palazzo d’Estate di Pechino, scattata negli anni ’70, con il grande parco quasi vuoto e i colori brillanti e artificiali delle pellicole vecchie.
“Ti auguro di arrivarci un giorno, presto” mi dice.

Con questo augurio torno in Italia, l’affitto della casa esaurito, nessun lavoro, nessun soldo i tasca, esiliato di nuovo e sempre lontano dalla mia meta. Ma a gennaio del 2006, finalmente, qualcosa si muove grazie alle mie guanxi e un po’ di fortuna, e un’altra azienda alimentare mi spedisce in Cina. Insieme a me è stato assunto un mio ex compagno di corso, Gianluca, e ci occuperemo di vendite in quel di Shanghai.

Ma i miei piani sono diversi: che bisogno c’è di due persone nella stessa città? Nella spartizione delle competenze ho cura di lasciare a lui le aree migliori e più ricche, ovvero Shanghai e il Sud, e io mi prendo il Nord e l’Ovest, decisione coraggiosa e importante per il mio futuro. E poi, dopo aver creato una buona base di clienti in loco, chiederò il trasferimento nella mia Pechino, ben più comoda e razionale per le vendite nell’area di mia competenza. Mentre lavoro al mio piano, visito ancora Pechino con frequenza mensile. E guardo sempre la cartolina datami da Laura, che ora si è trasferita all’università di Xiamen, sperando che mi porti davvero fortuna.

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