“Give up, just quit, because in this life, you can't win. Yeah, you can try, but in the end you're just gonna lose, big time, because the world is run by the
Dewey Finn,
Una cosa bella dei primi festival di Pechino è che non c’era una vera e propria “sicurezza”: ognuno era libero di autogestirsi, e aveva il buonsenso di farlo. Ma da questo Midi no, e infatti all’entrata, già al primo giorno, vengo bloccato dal metal detector che attacca a ululare appena si avvicina il mio zaino. Avete presente i cassoni antidiluviani a raggi X, con nastro trasportatore scassatissimo, che in Cina trovate non solo negli aeroporti ma anche nelle stazioni del treno? Ecco, ne hanno sistemati due all’entrata del parco di Haidian. Ovvio che, al controllo, dentro lo zaino mi trovano l’impossibile: latte di birra, boccia di vino, cavatappi. Io d’altra parte sono attrezzato da picnic, come altro prepararsi a un festival?
Segue quella spettacolare abitudine cinese della negoziazione. In Italia abbandoni le tue cose o ti lasciano fuori. In Cina invece dialoghi. Alla fine io e la security ci accordiamo: lascio le latte di birra ma tengo il vino, che sarebbe una perdita economica consistente (del resto che ne sanno che costa poche decine di kuai?) e il cavatappi, ma prometto di riportare a casa la bottiglia vuota e non gettarla a casa nel parco (cosa che ovviamente farò).
La bottiglia ce la godiamo ben bene, va detto, nonostante gli americani e il danese ci guardino come dei paesani mentre loro sorseggiano la loro birra. Il vino alla fin fine spacca, è molto più stiloso e latino, infinitamente meno commerciale della birra, e quindi più rock.
Il giorno seguente arrivo solo al Festival, perché Vicky è al lavoro. Visto che non intendo rischiare la requisizione della mia seconda bottiglia, mi decido che l’unica soluzione coerente con lo spirito rock del Festival sia quella di entrare di sfroso. Segue quindi una ricognizione dell’area del festival, tutta circondata da un muro di placche di metallo blu tenute assieme da fil di ferro e qualche bullone. Faccio presto amicizia con un’infinità di cinesi che, per vari motivi, hanno deciso di scavalcare come me, e sono tanti. Purtroppo il muro non è facilmente scavalcabile se non in alcuni punti, ma questi punti tendono ad essere pieni di guardie, che saranno pure diciassettenni ma sono tante, e comunque l’idea di farmi beccare a scavalcare non mi attrae, specie per la figura che farei da straniero. Passi lo studente cinese squattrinato, ma il ricco laowai... e vai a spiegare che lo faccio solo per coerenza, e che se me lo permettessero pagherei anche un biglietto a parte per la boccia di vino...
Sta di fatto che le tentiamo tutte, io da solo, altri cinesi da soli, o a volte in gruppo, cooperando. Si prova a saltare. Si spostano panchine o pietre. Ci si fa la scaletta. Si snoda il fil di ferro. Si tenta di attraversare stagni e ruscelli. C’è chi si espone, c’è chi fa il palo, c’è chi va avanti a spiare, in un fantastico spirito di cooperazione all’illegalità. Siamo tutti fratelli nel cercare di scavallare senza biglietto in nome degli dèi del rock. Purtroppo quel giorno gli dèi del rock evidentemente guardano da un’altra parte, perché dopo due ore di vani tentativi non combino nulla, e ho l’impressione di non essere l’unico. Mi consolo pensando a quanto comunque mi sto divertendo nel tentare.
Maca poco al tramonto e Dandan, finalmente in arrivo dall’ufficio, mi trova stanco e sudato all’entrata. Vorrebbe tirarmi su di morale raccontandomi di aver acquistato, su un ponte pedonale e per un prezzo bassissimo, dei pass di Greenpeace che ci permettono di entrare senza prendere il biglietto ma, come cinicamente prevedevo, veniamo rimbalzati, e l’omino che ha venduto i pass, nonostante avesse promesso a Dandan di ridarle i soldi in caso di insuccesso, ovviamente si è volatilizzato. Oggi apparentemente non è proprio karma.
Rimane una sola possibilità – suona male, ma decido di infilarmi la bottiglia nel culo. Lasciatemi la possibilità di elaborare sul barbatrucco: la bottiglia di vino è provvista di una parte sottile, la canna, che va a infilarsi perfettamente nella piega tra le natiche e i jeans. Tenendo quindi il resto della bottiglia al contrario, la parte larga appoggiata alla schiena, se indossate una maglietta lunga e larga e tenete la pancia in fuori, la bottiglia sarà pressoché invisibile e, essendo di vetro, non sarà nemmeno individuabile dal metal detector. Tac, zaino nel cassone a raggi X ed ecco che io, un po’ legnoso ma con la faccia di bronzo, passo il metal detector e giro il primo angolo. Ringrazio i numi benevoli incrociando le braccia ed estendendo indici, mignoli e pollici al cielo.
E’ così che ci godiamo anche l’ultimo giorno del Midi, mescendo anche ad amici australiani e francesi, gente che la cultura del vino la capisce. Inneggio allo spirito della roccia e del metallo, conscio che oggi la vittoria morale è la nostra, in barba alla noiosa sicurezza imposta dall’autorità.
“Stick it to the Man!” avrebbe detto Jack Black.
“Well, Jables, today we definitely did it!” risponderei io.
Al vino e alla musica, e viva la libertà che rappresentano!
2 commenti:
certo che anche a te bisogna spiegare proprio tutto caro mio..
allora: la prima mossa da fare è quella di travasare il vino in una bozza di coca cola o di fanta. il colore della bozza confonde le guardie, che pesano sia effettivamente una bibita analcolica. da questo punto va superstrabene la bozza di "spezi", che è la coca mista fanta, va anche bene la bozza di "mezzo mix" che è la stassa cosa. ovviamente la vendono solo in germania. ovviamente perchè fa uno schifo abbastanza forte.
dopodichè mica finita. siccome ti fanno consegnare il tappo all'ingresso ->bozza piena, chiusa, se lanciata fa male... tu devi prepararti un tappo di scorta nello zaino, e soprattutto una faccia di tolla di una certa consistenza per dire... "noo, e adesso? me la devo bere tutta prima del concerto, così non riuscirò ad arrivare alle prime file, uffaaa" che poi è il vero motivo per cui ti tolgono il tappo.
a quel puntopassi indenne.
ci sono anche un sacco di altri trucchi possibili con i pennarelli, ma te li spiego in separata sede.
in compenso, la prossima volta invece del vino proverei a fare il trucco della mutanda con un fresco laobingbang!!! la forma mi sembra molto più filante!!
Ouch! (pensando al laobingbang)
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