2008-07-04

Il Midi Festival

A Pechino, ormai da diversi anni, esiste una scuola di musica moderna, la Midi (北京迷笛音乐学校), allo scopo di promuovere e insegnare la musica non tradizionale (e peste lo colga a chi la definisce “occidentale”). Come tutti gli artisti, e specialmente quelli iconoclasti, i ragazzi del Midi sono degli innovatori e, nel 1997, hanno deciso di inventarsi un festival della musica a Pechino, nel cortile della scuola. Organizzato in pochi giorni, più che altro tra gli studenti e i loro amici, con esibizioni a rotazione di bands rock, punk, metal, tutto rigorosamente cinese, ha riscosso tanto di quel successo che, nel 2006, la decima edizione, è stata tenuta nel parco di Haidian (in una zona di periferia cinesissima, lontana anni luce dal ghetto laowai di Chaoyang), e ha accolto decine di migliaia di giovani, per lo più cinesi (anche stranieri, ma una minoranza), con 50 band di cui 18 straniere che si sono esibite su quattro palchi per tre giorni di autentico delirio, con gente che bivaccava ovunque. Per capire il Midi, bisogna capire che il rock in Cina è arrivato solo a metà degli anni ’80, ed è ancora nuovo, è ancora ribelle, non è stato ancora stuprato e prostituito da MTV e dalle major (ma senz’altro lo sarà a breve). E’ un periodo d’oro in cui chi suona non guadagna nulla, ma lo fa col cuore.

Va da sé che io decida di andare all’edizione 2007, e con Dandan ci piazziamo su un taxi che, dopo essersi perso nei dintorni del Palazzo d’Estate prima e della Metro (non la metropolitana, proprio il cash & carry tedesco) poi, finalmente imbrocca la via e ci scarica all’entrata del parco. Dentro, puro delirio – ci sono i personaggi più strani, dal punk con cresta di venti centimetri e giubbotto di cuoio con la A di anarchia, ai dark, agli emo stile giapponese, ai semplici rocchettari indipendenti, c’è di tutto e di più, in un mare di coperte e tende, bancarelle, chioschi della birra coi bicchieri di plastica, e via così. Atmosfera di libertà, piuttosto rara in Cina. Poca, pochissima vigilanza o polizia, eppure niente atteggiamenti pericolosi.

Al mercato delle pulci io e Dandan ci procuriamo due anelli tibetani col mantra “Om mani padme hung”, uno dei simboli pop degli alternativi in questo Paese, reperibili in qualunque bancarella hippie cinese. Stendiamo la coperta e attacchiamo bottone con degli studenti stranieri del Midi, Edvard, un metro e novanta, capello rosso, pelle mozzarella e accento scandinavo, e una coppia di americani, lui capello emo e cappellino da baseball, lei trascurabilissima. Rimaniamo a chiacchierare a lungo, scartando abbastanza presto i due americani – la banalità fatta coppia – e rimanendo a raccontarcela con Edvard, che da buon vichingo suda copiosamente sotto il sole impietoso della steppa.

Musicalmente, c’è un po’ di tutto, dai musicisti bravi fino alle tapparelle rotte; ci sono quelli fissi che suonano e se ne vanno e ci sono gli animali da palco che urlano, si rotolano per terra, tirano in mezzo il pubblico; ci sono i newbie mai sentiti e ci sono i mostri sacri tipo Cui Jian, il padrino del rock cinese (il primo rocchettaro della Cina ormai ultraquarantenne, uno che per dire ha suonato in Tian’anmen davanti a decine di migliaia di studenti in quei giorni famosi di giugno di tanto tempo fa e per questo non ha più pubblicato album per una decina d’anni). Tra i gruppi cinesi Pechino domina come capitale anche del rock, ma Chengdu fa la sua parte, e tanti ragazzi non sono han, ma di minoranze xinjianesi o yunnanesi, tutti insieme appassionatamente per il festival nazionale più importante; tra gli stranieri c’è un po’ di tutto, per essere realisti diciamo che non c’è un cazzo di budget (del resto il Midi Festival è per gli studenti e gli artisti squattrinati, il biglietto sono 150 kuai per tutti i tre giorni), per essere gentili diciamo che il rock cinese, o meglio lo yaogun (摇滚), che comprende tutta la musica alternativa, è alla ricerca e sperimentazione delle basi per creare il proprio stile, sta di fatto che le band più famose sono i tedeschi Liquido e i Soundtrack of Our Lives, ma gran parte degli altri sono band scandinave o americane goth metal, power metal, black metal tipo Hatesphere o Cruxshadows, e checché ne dica Edvard, secondo me succhiano alla grande. Ma il bello del Midi non è tanto la musica (tra l’altro l’acustica fa schifo perché le casse dei quattro palchi sono tutte voltate verso lo stesso punto medio, quindi i suoni tendono a sovrapporsi), ma è lo spirito. E’ il ritrovo degli alternativi cinesi – e non ce ne sono ancora abbastanza di alternativi in questo Paese – dove si dà via libera alla creatività e la polizia la si lascia fuori, senza per questo sbroccare. C’è un clima di festa, di vacanza, di picnic, vedi i cinesi liberi come si comportano i ragazzi di ogni altro Paese, senza gli atteggiamenti forzati che noti in altre situazioni, eccessivamente cauti o eccessivamente nervosi e aggressivi. C’è relax, c’è buona energia. Niente grandi band o nomi famosi, niente marketing, solo musica e divertimento.

Bello questo Midi Festival.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

"lei trascurabilissima" è fantastico. Lo userò anche per diversi "lui"...
ma senti, quest'anno però il MIDI non lo hanno fatto vero? Mi pare che De nel suo blog (footonearth.noblogs.org) avesse scritto qualcosa a proposito.
Causa Olimpiadi...niet.

a presto
b.
http://beirut.noblogs.org/

Wild Child ha detto...

Ma scherzi? Qua sono arrivati a vietare i cocktail delle camere di commercio straniere per ragioni di sicurezza olimpica... ti pare che facciano riunire in un parco qualche decina di migliaia di giovani sotto effetto di musica rock? Seeeeeeee....
Mid festival spostato a Ottobre, lo faranno un paio di settimane dopo il Chaoyang Pop Festival, e sarà una bella sfida. Uno ha il budget ma non gusto, l'altro ha gusto ma non il budget. Io se posso me li faccio entrambi, e poi giudicherò...

Anonimo ha detto...

Chaoyang Pop Festival quest'anno a Settembre APPENA un secondo dopo le Olimpiadi e DURANTE le Paralimpiadi???
Eh eh sognare non costa nulla...

Wild Child ha detto...

Non ci avevo pensato. Occacchio. Anche questo festival sacrificato sull'altare della dea Olimpia. Quando sar stato versato abbastanza sangue artistico? Quando?!?

Unknown ha detto...

si potrebbe sempre spacciare il festival per una manifestazione sportiva.

pogo for the olympics!!!