Per ogni stereotipo c’è una base di verità. Non è un caso che in Cina i laowai siano considerati viziosi e viscidi: molti stranieri si danno ben da fare per perpetuare i preconcetti dei cinesi, e non parlo solo dei cinquantenni che vanno al Maggie’s, ma dei giovincelli, che poi sono quelli più schifosi.
E’ appunto con uno di questi personaggi che mi scontro la notte di Capodanno al China Doll. Dandan non vuole ballare, è stanca, ma la musica è bella ed è Capodanno – diamine, Amore, datti una mossa. E’ così che, mentre siamo sulla pista da ballo, ci si avvicina la creatura.
La creatura è un francese – e quindi cominciamo subito malissimo. Avrà più o meno la mia età, ma tutto l’alcol che ha in corpo gli ha buttato addosso una decina d’anni: pupille offuscate, sudato fradicio, camicia aperta a rivelare un petto magro e glabro, capelli piuttosto lunghi e ricci, anche quelli fradici di sudore. Fa fatica a stare diritto, eppure ci si avvicina. Guarda Dandan, io guardo lui e sorrido di divertimento, ma nemmeno mi nota. Le prende la mano. Dandan mi guarda stupita, gli sorride e gli dice qualcosa. Il francese sembra confuso, poi le prende l’altra mano, e gliela bacia sornione, ciondolando per cercare di stare in piedi. Forse sta cercando di ballare. Io continuo a sorridere, ma il mio sorriso sta cambiando dal divertito allo scocciato, solo che non voglio fare l’uomo geloso e aspetto che sia Dandan a scaraventarlo lontano. Lei mi guarda interrogativa, ma non reagisce. Il francese cerca di ballare con lei, ciondola, si inchina, le bacia ancora la mano. Comincio ad allarmarmi quando lui le alza le mani e avvicina pericolosamente il suo viso a quello di lei. Fulmino Dandan con lo sguardo, lei continua a guardarmi indecisa, enigmatica. Ma che le passa per la mente, perché non gli tira un ceffone? Continuo a guardare il francese, sorridendo sempre più tirato come a dire “Ma mi vedi, sono il suo ragazzo!”. Non credo che si renda conto che sono lì, o semplicemente è francese e quindi esperto nel trattare le persone come merda.
Allunga le mani verso la vita di Dandan attraendola a sé. Il mio braccio si frappone, e la prendo tra le mie braccia. Gentilmente ma con fermezza, sposto il francese di un passo indietro. Sorride con faccia stronza, si inchina, e retrocede.
“Perché ci hai messo tanto a interromperlo?” mi chiede lei.
“Aspettavo che lo facessi tu da sola. Ma che ti salta in mente di sorridergli e lasciarti tenere la mano?” chiedo io.
“Non è un tuo amico?”
“NO!”
“Ma gli sorridevi! Io ti guardavo, tu non facevi nulla, ho pensato che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi” protesta.
“Ma non lo vedi che è francese?!?” protesto io.
“Francese? Io gli ho detto ‘Ciao, come stai?’. Ecco perché ha fatto quella faccia strana. Ero convinta che fosse italiano. Ero veramente in imbarazzo”
“La prossima volta che qualcuno ti mette in imbarazzo in questo modo, anche se è mio amico, sei autorizzata a tirargli un pugno” dico.
L’incomprensione è stata quasi fatale, ma tutto è bene quel che finisce bene. Dandan è salva tra le mie braccia e si stringe a me. Ci baciamo, ridendo.
Più in là, il francese si è completamente slacciato la camicia e cerca di abbracciare un’altra ragazza cinese. Questa lo spinge via, facendolo cascare contro la parete, e se ne va infastidita insieme alla sua amica. Il francese sembra offeso, si rialza a fatica, ma un minuto dopo balla come un tarantolato e ne ha già puntata un’altra.
Brutta gente, si trova in giro. Bisognerebbe smetterla di venire in Sanlitun. E pensare che una volta mi piaceva questa zona.
1 commento:
amico mio, pondicherry, venticinque gradi, ottimo cibo, belle donne, vestiti coloratissimi, mi fanno impazzire le mucche per la strada che si nutrono di immondizia... un modo come un altro pe dirti che pechino non mi manca per nulla.
e tu mi raccomando, sempre occhio al vile brutto piccolo misero uomo bianco occidentale... specie in zona sanitun!
a presto
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