2007-09-02

Welcome to Beijing Taxi

Ah, i tassisti di una volta! Mi ricordo di quando anni fa uno saliva su un taxi, grugniva una strada e il tassista partiva. Lineare. Ma i bei tempi sono andati, perché a partire dal 2005, con l’adozione dei nuovi taxi e bicolore e l’aumento in numero delle macchine a servizio, le aziende di trasporto hanno cominciato ad assumere gente dalle campagne.

Per capire il fenomeno è necessario sapere che un tassista a Pechino guadagna circa 1000 RMB al mese, facendo di solito 12-14 ore di guida al giorno. In molte famiglie il taxi si divide in turni di 12 ore, così si può usare al massimo e, ammortizzando l’affitto del veicolo, si porta a casa da mangiare. Non è raro vedere tassisti con la testa che ciondola dal sonno, a qualunque ora del giorno.

Non sorprende quindi che, con il benessere che aumenta, a Pechino nessuno voglia più fare un lavoro di merda come il tassista. E con la carenza di schiavi, l’unica possibilità è trovare gente dale campagne che si accontenta di questa vitaccia, solo perché nel loro villaggio vivono peggio.

Il guaio è che questi contadini trasformati in tassisti da un giorno all’altro, oltre a guidare male, ma a questo c’eravamo abituati, non ha idea della geografia della città. Mi capita diverse volte di trovarmi davanti persone che, alla mia richiesta di andare all’aeroporto, rimangono sconcertati e, dopo qualche minuto, confessano di non sapere come arrivarci.

“Sono desolato” dicono, affranti “non so come arrivarci”

Li guardo apatico: “Ti sentiresti meglio se io scendessi?”

“Sì” annuiscono gravi “E’ meglio se prendi un altro taxi. Lui sicuramente saprà come fare”

E’ sempre più frequente che io debba spiegare al tassista la strada – destra, sinistra, inverti, bravo vai di lì. E non è che debba andare in vie sperdute di periferia. C’è gente che non conosce i maggiori hotel e monumenti, qualcuno nemmeno le strade principali. I peggiori sono quelli che guidano da sei mesi e sono convinti di sapere le strade, solo che conoscono solo quelle principali. “Tranquillo, so io la strada” dicono, poi invertono e vanno su uno degli Anelli. Prova tu a fargli capire che basta andare dritti sulla via dove sono, quelli hanno una specie di paura atavica nei confronti delle strade minori, manco fossero labirinti.

Come fare a distinguere il vostro uomo? Semplice, guardate il numero di licenza che sta davanti al sedile del pilota, quel numero grosso di sei cifre. Se comincia per 25 scappate, il vostro tassista guida da meno di un anno, e non ha idea di cosa sta facendo. Se il numero è verso il 20 potete stare più tranquilli, il tassista conosce tutte le location principali della città – hotel, aeroporto, Sanlitun, Houhai, Wudaokou; ma non chiedetegli di fare le strade piccole, che se no va in panico.

La maggior parte dei tassisti nuovi vengono dalle contee di Huairou, o anche d Yangqing, Miyun, e altri luoghi ai confini tra la Municipalità di Pechino e la Provincia di Hebei. Questi sono i peggiori. Poi ci sono quelli che vengono dai Distretti di Shunyi, Tongzhou e Fengtai, già meglio perché almeno vivono ai margini della città.

E’ sempre più raro trovare cittadini alla guida – di solito il loro numero è inferiore al 10. Sono quelli che vengono da Chaoyang o Haidian. Se poi avete culo potete trovare gli anziani, quelli di Dongcheng, Xicheng, Xuanwu e Chongwen, quelli la cui matricola comincia per 00, e di solito guidano da almeno una decina d’anni. Questi conoscono la città a memoria, potete provare magari a metterli in crisi con gli hutong, ma difficilmente cascheranno, spesso conoscono anche quelli.

La soluzione migliore è, quando ne incontrate uno, di tenervelo buono, che nel caso vi serva potete fargli una chiamata. Tanto tutti i tassisti hanno il biglietto da visita personale.

Ora che sapete quali taxi prendere e da quali scappare, state sereni. La Cina è così, tutto si può fare, basta sapere come farlo.

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