2007-01-14

I sichuanesi

Urge una parentesi socio-culturale per capire con chi ho a che fare. Essere sichuanesi non è semplicemente come essere cinesi. Così come essere napoletani non è lo stesso che essere generici italiani, o essere texani non è lo stesso che essere americani.

I sichuanesi sono diversi, anche fisicamente. In Cina del Nord la gente è alta e con i tratti forti. In Cina dell’Est sono esili come fuscelli. In Cina del Sud sono bassi, tarchiati e scuri. I sichuanesi sono bassi, con i tratti dolci e la pelle chiara. La pelle dei sichuanesi, soprattutto quella delle sichuanesi, è famosa, e in proposito ognuno ha una teoria: c’è chi dice che l’umidità e la nebbia la proteggano dal sole rendendola soffice e bianca; cìè chi dice che sia il loro cibo piccantissimo che fa sudare e purifica i pori; c’è chi dice che siano una razza a parte. Tutti concordano sul fatto che le ragazze del Sichuan siano le più belle della Cina.

Quello che i cinesi non dicono, ma che salta immediatamente agli occhi, è che in Sichuan le donne hanno le tette. Non sottovalutate la cosa: in Asia è una fortuna oltremodo rara. I cinesi dicono feijichang (飞机场), “aeroporto”; noi diciamo “tavola da stiro”; entrambi sono efficaci nel descrivere la media delle donne asiatiche. Il Sichuan sfugge a questa legge, e di tanto in tanto anche alla legge di graività. Ma passiamo alle differenze culturali, che sono ancora più profonde.

I sichuanesi sono orgogliosi. Non arroganti come gli shanghainesi, e nemmeno sciovinisti come i pechinesi. Non è un’orgoglio da cittadini verso i contadini, è un’orgoglio regionale che nasce da una tradizione storica antica quanto la Cina, e che si trasmette con un genuino e spudorato entusiasmo verso tutto quello che viene dal Sichuan.

Parlate di Deng Xiaoping, vi diranno con orgoglio che era sichuanese. Parlate di un qualunque argomento storico: vi citeranno la lista di tutte le persone importanti che venivano dal Sichuan. Parlate di cibo: vi diranno che il migliore è quello sichuanese, così meravigliosamente piccante. Di turismo: le più famose bellezze della Cina sono tutte in Sichuan, mai sentito parlare del Panda, del Monte Emei, del Tibet (un terzo dell’altopiano tibetano è parte del Sichuan, mentre il resto è diviso tra le province di Qinghai e Xizang)?

Non solo: parlando con i sichuanesi, sarete sorpresi nello scoprire solo ora che il Sichuan è la provincia con la storia più antica e gloriosa della Cina, che i sichuanesi sono la gente più ospitale e simpatica, oltre che in media più furba e di bell’aspetto. Praticamente tutti i grandi poeti, i maestri di kung fu, gli uomini politici importanti, gli eroi e gli immortali delle leggende sono tutti venuti dal Sichuan. La lingua sichuanese è la più dolce ed elegante della Cina, e forse anche del Mondo intero.

Il guaio è che mentre ve lo dicono, ci credono davvero, e qualunque cosa diciate non varrà a far cambiare loro idea.

“E’ la prima volta che sento una simile affermazione, anzi tutte le persone con cui ho parlato prima mi hanno detto il contrario” – “Impossibile, avrai capito male tu, oppure i tuoi interlocutori erano in mala fede”

“Questo libro di storia non dice così” – “Ci sarà un’errore di stampa”

“La mia guida turistica dice un’altra cosa” – “Sarà stata scritta da uno che non è mai stato in Sichuan, guarda, non è nemmeno cinese!”

Discuterci è una battaglia persa in partenza.

E’ tuttavia un fatto che una parte delle qualità decantate dai sichuanesi sulla loro patria sia vera. Il Sichuan ha una storia antica e gloriosa, è stata patria di importantissimi letterati e personaggi storici, ha una cucina famosa e apprezzata in tutta la Cina e vanta a ragione numerose attrazioni che lo rendono meta di molti viaggiatori. La stessa lingua sichuanese, che è dotata di un tono in più del cinese mandarino e risulta incomprensibile a chiunque non sia nato qui, è una lingua famosa nella produzione letteraria nazionale.

Quel che i sichuanesi tacciono, o negano anche di fronte alla morte, sono i difetti della loro patria, ovvero che il Sichuan è una delle città più mafiose della Cina, un luogo dove le guanxi decidono tutto e il soldi è ancora un mezzo per farsi belli e non un fine a sé stesso. Che verso chi è straniero, e anche con chi non è sichuanese, i locali sanno essere incredibilmente falsi e infidi, persino paragonati agli altri cinesi. Infine, che uno dei motivi per cui Chengdu è una delle prime città cinesi come qualità della vita è che i suoi abitanti sono i più pigri della Cina: a qualunque ora li vedrete seduti in riva al fiume a prendere il tè, in eleganti sale in stile tradizionale come su tavolini da campeggio. La pausa del tè è una tradizione cui viene tributato un rispetto quasi religioso, e può essere invocata in qualunque momento (eccetto che a pranzo e a cena) e per un numero infinito di volte al giorno.

Un mio cliente, che viene dallo Henan e ammette che, pur essendo cinese, ha grossi problemi a fare affari con i sichuanesi dato che tutto funziona a guanxi, descrive in modo efficace la regione in cui ci troviamo:

“I went to Shanghai, and I saw skyscrapers and world-leading companies, and lots of people with lots of money,. I went to Beijing, and I saw the history of a capital and the palaces of the Government and the Party, and there too lots of people with lots of money. Now I am in Chengdu, and I only see temples, trees and tea-houses… and still lots of people with lots of money. But I really don’t understand where the money comes from”

Questo è lo stile di vita sichuanese. Stare seduti a un tavolo a bere tè, coltivare buone amicizie, avere pasti abbondanti e regolari, fare attività fisica, dedicarsi alle arti magari. Lavorare sì, quel tanto che basta a mantenersi: il Sichuan è una regione fertile e ricca, da secoli i suoi abitanti hanno semplicemente colto i frutti della terra. In tutta la sua Storia, il Sichuan non è mai stato capitale, e non mi chiedo neanche il perché. Troppa fatica la responsabilità del potere.

Arrivando in questa terra mi rendo conto di essere arrivato nel cuore della cultura cinese, in un luogo dove l’influenza straniera non è arrivata mai. Pechino è stata conquistata da Mongoli e Manciù, il Nordest sente la vicinanza di Russia, Corea e Giappone, il Nordovest è musulmano e la Via della Seta l’ha riempito di tradizione centro-asiatiche, Shanghai e la costa sono stati terra di colonizzazione occidentale. Qui no, nel centro della Cina non ci sono state influenze esterne.

Tutte le persone che ho attorno sono genuinamente cinesi come non li ho mai incontrati, e anche la ragazza che ho davanti, nonostante abbia studiato in Inghilterra, è cresciuta in questa cultura.

1 commento:

Anonimo ha detto...

i am so pround of being Sichuanesi...:)