La Cina, come ormai quasi ogni Paese al mondo, offre una selezione di birre locali più che interessante. La birra non è una bevanda tradizionale, ma venne portata dagli europei nel XIX sec.. Quando gli europei strapparono le concessioni all’impero e impiantarono le loro colonie, spesso si assicurarono la produzione di beni necessari alla sopravvivenza, ed è così che nacquero le prime birrerie della Cina. Fatto poco conosciuto, la più antica birra cinese è la Hapi (哈啤), impiantata ad Harbin dai russi nel 1900; segue la Tsingtao (青岛), probabilmente una delle birre più vendute al mondo, impiantata nel 1903 dai tedeschi. Questa la si trova dappertutto, dalla bettola di Shanghai al cantonese di San Francisco al wenzhounese di Milano. Più recenti sono la Snow Beer (雪花啤酒), una delle più economiche, e la Reeb Beer (力波啤酒), quella col nome più idiota; più decine di altri marchi minori. Anche Pechino ovviamente ha le sue birrerie: la storica Yanjing (燕京), la birra tradizionale di chi mangia yangrouchuan’r per strada, birra sponsor delle Olimpiadi del 2008, e la Beijing (北京啤酒).
Birra in cinese si dice pijiu (啤酒), jiu è alcolico, pi semplicemente suonava simile a beer, anche se qualcuno sostiene che in tempi antichi significasse "umile" o persino "di poco valore". La traduzione non casca malissimo, visto che la birra è oggi la bevanda di massa che uniforma tutti - non è tradizionale come la baijiu, non è elegante come il vino, e nemmeno costosa come il whiskey o la vodka; costa poco, è disponibile ovunque, è giovane e moderna o almeno così la fa sembrare il marketing. Il secondo mercato al mondo per la birra, che presto diventerà il primo considerato il ritmo con cui i cinesi aumentano le loro abitudini alcoliche, abbassando il prezzo unitario e aumentando la spesa complessiva (in altre parole, meno qualità, più quantità), attrae anche i grandi giocatori internazionali: c’è l’americana Budweiser, l’olandese Heineken, la danese Carlsberg, le giapponesi Asahi e Suntory, tutte con un marketing ancora più aggressivo e spudorato dei concorrenti locali, un marketing che tappezza ristoranti e metropolitane di gente felice che beve birra a tutte le ore. Ma non li criticheremo, quest'oggi, visto che succede ben di peggio con i superalcolici.
1 commento:
....aggiungerei solo le donne asahi nei ristoranti, o peggio le donne reeb, nelle tutine acriliche finto lattice che appena ti siedi ti chiedono se vuoi una reeb...povere, un odore la dentro quel vestito di plastica...
ma mai nulla a confronto dello xingianese sotto al mancese in shagxilu, che hanno questo coloratissimi vestitini acrilici al 100% che ti passa affianco e ti chiede se vuoi la birra nera dello xinjian....hai presente uno che balla danze xinjianesi ed è vestito acrilico? ecco...si, si, fammene due di birre....grazie (un grazie un po' tremolante che hai finito il fiato....)
ciao :o)
Posta un commento