"La fragranza dell’aria gelida nella strada mi penetra le narici. E’ aria secca, tagliente, che porta l’odore sottile del carbone bruciato. Il carbone che tricicli cigolanti ancora portano di casa in casa, per alimentare le stufe negli hutong. La gente cammina veloce, pensando alla propria casa, e percorre ignara la strada grigia, mentre l’Oriente rosa si fonde al blu dell’Occidente. Nella luce della sera che allunga le ombre, vecchi alberi ormai spogli pare pieghino i rami, come vecchi stanchi il cui capo cade sul petto mentre scivolano nell’incoscienza del riposo. Per mesi dormiranno, prima d’esser destati dal tepore primaverile venuto a interrompere il loro sonno sereno.
Le luci della case si accendono, vecchie lampade dalla luce tremolante, insegne colorate per attirar clienti. Da un forno di metallo sbatacchiato dal vento giunge odore di yangrouchuan’r. Le mani intirizzite scostano pesanti strisce di plastica che separano la strada dal ristorante, e attendono il contatto d’una tazza di tè caldo, in cui fiori secchi di gelsomino riprendan vita, infondendo l’aria tiepida nella stanza del loro profumo.
2 commenti:
bel blog... sto' a pechino anch'io e nn posso fare a meno di ritrovarmi in parecchie cose che scrivi.. sia per quanto riguarda esperienze che way of thinking..
interessante poi il fatto che e' un annetto che lo scrivi, una sorta di diario di viaggio in cui affronti vari argomenti e dove si nota la tua evoluzione di xiangfa e guannian。。。
insomma bella li' e continua cosi'!
sei un bravo scrittore
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