2008-05-29

Crollo in metropolitana

Il 1° aprile 2007 una bella notizia compare sul China Daily, a ricordarci come vivono i migranti e come vengono considerati dai cittadini, e tante volte anche dai loro stessi compaesani. Non è un pesce, purtroppo, e questi eventi sono ordinaria amministrazione, solo che di tanto in tanto la verità viene fuori e, per togliersi d’imbarazzo, la polizia deve punire qualcuno.

La notizia racconta di come, durante gli scavi per una delle nuove linee della metropolitana di cui si sta dotando la città, ci sia stato un improvviso crollo della galleria. Ecco come suona la notizia, presa pari pari dal quotidiano nazionale in lingua inglese:

“The collapse happened at 9:30 a.m. on Wednesday at a construction site for the No.10 Subway Line in Haidian Nanlu Road between the third and fourth northern ring roads in the city's Haidian District.

Six workers were buried underground after the accident, of whom one came from central China's Henan Province and the other five from southwestern Sichuan Province.

Rescuers recovered a worker's body Friday afternoon after more than 50 hours of excavation. The victim was confirmed to be 20-year-old Li Peng from Henan.

Family members of the six workers are in Beijing now to handle the aftermath.

Local police have detained 10 people over the subway cave-in, including the work supervisor and tunnel designers but the labor contractor, Zhou Yongfu, is reported to have fled.

The construction company - China Railway 12th Bureau Group Co.- refused to report the accident to municipal authorities when the collapse occurred, instead mounting its own operation to rescue the trapped workers.

In an attempted cover-up, project managers ordered all the workers to stay at the construction site and told them not to talk to media and police. They confiscated mobile phones from workers.

The Beijing municipal authority finally learned of the accident at 5:00 p.m. on Wednesday, almost eight hours after the collapse occurred, after a worker from Henan called Henan police.

Municipal government officials told Xinhua on Friday that rescue work had been delayed by the company's cover-up attempts and the complicated underground conditions.”

Ecco come si costruisce la Pechino olimpica, e se è per questo anche la Shanghai dell’Esposizione Universale e tutte le altre città della nuova Cina.

Perché, viene da chiedersi, succedono queste cose? Le ragioni sono tante: anzitutto, anche in presenza di regolamenti di sicurezza molto avanzati, nessuno li rispetta: imprenditori e manager vogliono sveltire i lavori e semplificare, il committente se ne lava le mani, gli operai tacciono e intascano la paga, e la polizia e gli ispettori intascano le mazzette. E’ un sistema, e i colpevoli sono tutti quanti. Ma quando poi la disgrazia capita, perché non si può sperare di essere sempre fortunati, la gente si spaventa e pensa per sé. Per l’imprenditore e il manager, far trapelare la notizia del fattaccio non è solamente pericoloso dal punto di vista penale, ma è anche un modo di perdere la faccia, il mianzi. Quando un errore qualsiasi viene palesato, la cosa è considerata disonorevole in Oriente: disonorevole per l’azienda, chi l’ha scelta, anche chi ci lavora, e quindi la prima preoccupazione –istintiva - delle persone è far sì che l’errore non si venga a sapere. L’imprenditore è stato zitto, il manager ha dato disposizioni di tacere a tutti quanti, i quadri hanno requisito i cellulari, gli operai se li sono fatti requisire – e non ditemi poveri operai, perché mille operai non si possono dichiarare vittima di una decina di dirigenti, il cellulare l’hanno consegnato e si son sciacquata la coscienza per i loro colleghi sepolti vivi. Solo un lavoratore dell’Henan, siccome un suo paesano era lì sotto, ha chiamato la polizia, quella del suo paese e non di Pechino, e allira qualcosa si è mosso e il sistema omertoso si è incrinato. E allora chi comanda si è messo in cerca del capro espiatorio.

Questa è la Pechino del 2007, “One world one dream” signore e signori. E a voi occidentali che esprimete giudizi a mitraglia su questo Paese, chiedetevi prima se avete idea di come pensa e di cosa vuole la gente, qui. Perché anch’io, dopo tre anni che ci vivo, faccio abbastanza fatica a capire.

Nessun commento: