2009-02-01

Assunzione di un assistente


Visto che il volume di lavoro in azienda non fa che aumentare, comincio ad aver bisogno di un assistente, soprattutto per star dietro ai clienti cinesi. E’ così che metto un annuncio su internet.

La risposta è incredibile. A parte il fatto che nessuno dei candidati è in linea con le richieste – nemmeno uno ha uno straccio di esperienza nel settore, per non parlare della preparazione scolastica, che per lo più è classica, dall’inglese all’arte alla musica – le e-mail che ricevo sono inquietantemente strane.


I più fuori luogo di solito sono gli uomini. La candidatura di uno è di due righe: “Salve, ho visto il vostro annuncio e vorrei fare un colloquio”. Risposta mia: “Magari mandaci il cv”. Altra e-mail sua “Ah, sì è vero, scusa: sono laureato in inglese e ho lavorato un po’ di tempo per un’azienda cinese”. Seleziona. Elimina. Svuota Cestino.

Il migliore di tutti è un certo Andy Xu. Il suo cv, inoltrato in testo nell’e-mail con molte rigahe che cominciano per “>”, è intitolato “Andy Xu’s Legendary Story”, e scritto tutto in terza persona tipo biografia. L’inglese è pessimo, ma il contenuto è peggiore. Andy Xu non ha una grande laurea, per sua stessa ammissione, tuttavia con pochi RMB ha creato una sua azienda di IT e trading che muoveva milioni di yuan per tutta l’Asia, instaurando relazioni d’affari con grandi aziende, media, ambasciate e governi (?) tra cui quello delle Filippine. Lui è personalmente amico di molti businessmen stranieri, nonostante – sottolinea – non abbia alcuna esperienza all’estero. Per concludere cita la sua massima personale “No poor life no giant, no failure no wisdom, hero comes from hardship, moneybags from ordinary person, lead a befuddle (?) life will go to die, brave man will govern the world”. Amen, fratello. Conclude con una riga: “The Reason of Seeking Job:break of funds”. Fan-tas-ti-co.

Faccio chiamare dalla segretaria le persone selezionate. C’è una ragazza con un buon curriculum, ha già lavorato in una grande azienda italiana. Origlio la telefonata: “Pronto? Salve, siamo l’azienda XXX, abbiamo ricevuto il suo CV e vorremmo fissarle un colloquio”

“Ah, sì” risponde quella, gelida “Volevo chiedere: quant’è il salario previsto?”
“Beh, dipende dall’esperienza della persona selezionata. Siamo molto aperti, vediamo come ci si può accordare”
“No, perché se è troppo basso non vengo neanche, mi fate perdere tempo”
La segretaria si gira intimidita verso di me, con una faccia persa.
“Dille che se vuole venire viene, se no sta a casa sua”.
La segretaria riporta, e la tipa dice “Va be’, ci penso su e vi faccio sapere”.
Il giorno dopo fisserà il colloquio, ma non si presenterà.

In effetti la diserzione dei colloqui è il problema maggiore: su cinque persone convocate e confermate se ne presentano due. Forse una avverte prima di non venire, con una scusa tipo “Ho l’influenza”. Gli altri semplicemente spariscono, e si negano al cellulare.


Incontro un altro tizio, maschio. Quando la segretaria l’ha chiamato, aveva insistito per venire subito. “Non c’è bisogno di aspettare lunedì, se volete vengo oggi pomeriggio! No, domani mattina?!?” Si presenta lunedì, come richiestogli, ma con un quarto d’ora di ritardo. Si siede, gli presento l’azienda. Occhi vacui. “Hai domande?”

“Yesi, aah, hao machi yisi de ssalary?”
Ma non ti ho nemmeno chiesto come ti chiami! Domande sull’azienda, non sul lavoro! Il resto del colloquio è un calvario. Non capisce quello che dico ma fa finta di capire. Io non capisco quello che dice, chiedo di ripetere, non capisco ancora, e allora anche io fingo di non capire per sottrarmi alla brutta situazione.
“So… do you have any previous experience in this business?”
“Aah, yesi, I woerking fo a forign campany, sella forign fo”
“Sorry?”
“Ah, ita wasi notta forign fo, ita wasi afari fo, soth afari fo, also sella in supamaket”
Sul CV è citata una certa “Cape Company”.
“African food?”
“Yesi, afari fo! ”

C’è una scena nel Monty Python Flying Circus, in cui diversi scienziati presentano alla Gestapo una barzelletta che faccia morire dal ridere i nemici. Gli ufficiali della Gestapo si guardano straniti, poi uno risponde, in un marcato accento tedesco: “Senk you very much for coming, wi will let you know”. Poi estrae una pistola e fa fuoco (qui, a 8.15 min dall'inizio). Lo scienziato cade all’indietro su una pila di corpi in camice bianco.



Ecco, io mi immaginavo in quella scena, o anche tirando una corda per far cadere un peso da 16 tonnellate sulla sua testa.

Alla fine riesco a isolare due ragazze, rispettivamente 19 e 20 anni, non laureate ma con un buon inglese, bella presenza, entusiasmo. Siccome entrambe sono al primo lavoro, chiedono abbastanza poco perché si possa assumerle entrambe. Nathalie è di Canton, e insiste a vestirsi come se fosse ai tropici - minigonna minimale, canottierina scollata e sandali con tacco: per fortuna pesa quaranta chili e con pelle e ossa non corre il rischio di imbarazzare gli astanti più di tanto; in compenso è una ruffiana incredibile e, per quanto risulti indigesta a qualunque persona di genere femminile fin dal primo momento, di solito risulta simpatica agli uomini, che costituiscono la quasi totalità dei clienti. Penny è di Pechino, meno dotata socialmente ma più modesta, organizzata e fondamentalmente affidabile.


Il primo giorno le metto a studiare cosa significa vendere e che cos'è il mondo del vino, una giornata quasi piena di training, concluso con una degustazione di vino. Il secondo giorno Penny chiama da casa e dice che deve assolutamente andare ad Hongkong per un impegno già preso in precedenza, ma tornerà la settimana seguente; chiede che si possa iniziare il contratto con una settimana di ritardo. Il lunedì seguente chiama Nathalie e le chiede di dirmi che è all'ospedale per una malattia improvvisa: le concedo quindi un'ulteriore settimana di dilazione, ma qualcosa non mi torna, e anche Nathalie non sembra convintissima. Alla terza settimana, Penny non si presenta del tutto e non risponde al cellulare. Sarà morta o in coma? Quale delle due, non avrò mai più sue notizie.


E così rimango con Nathalie: dopo un lungo calvario, finalmente ho una persona a cui poter delegare una parte delle mie mansioni. Poteva andare meglio, ma poteva andare molto, molto peggio.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Andy Xu è da ora il mio idolo.

:-))) ahahha sono spaccato dale risate...

oh ma riusciamo a vederci, dopo sei caszo di mesi?

ciao!
s

Wild Child ha detto...

Dobbiamo organizzare anche con Yilian... in settimana una cosa traquilla in zona Gulou?