2009-08-26

Almeno gli alberi


Pechino è una città in fermento. Da anni non si fa che costruire, per le Olimpiadi, per modernizzarsi, per seguire l'andamento dell'economia. Intere zone della città, dagli hutong tradizionali ai palazzi a sei piani dei tempi di Mao, vengono spianate per far spazio ai grattacieli, ai parcheggi, all'allargamento delle strade. Il progresso avanza inesorabile, e ormai l'immagine del muro con scritto “拆”, demolizione, e gli operai edili che lavorano alle 4 del mattino sono un cliché della città.

Ma ci sono cose che a volte risvegliano qualche speranza, come quella che ho visto a Dongzhimen: qui si stanno allargando la stazione della metropolitana e la strada, una delle più congestionate della capitale (la stessa dove pochi mesi prima stavo per essere spianato da veicoli in accelerata), eppure qualcosa non è stato abbattuto, anzi è stato preservato e protetto. I pioppi.

C'è una legga a Pechino che tutela gli alberi, tutti quanti e in particolare gli alberi che superano certe soglie d'età, per abbattere i quali servono speciali autorizzazioni governative, concesse con il contagocce. Qualcuno probabilmente si è reso conto di quanto Pechino ha bisogno di verde, oppure semplicemente qualcuno con un forte senso estetico si è reso conto che senza alberi la città sarebbe obbrobriosa (basta confrontare le vie alberate, come Dongzhimen Wai, e quelle non, come Chaoyangmen Wai, per rendersi conto della differenza). Fatto sta che gli alberi non s'abbattono: sono lì all'interno delle transenne e gli operai ci lavorano attorno, senza danneggiare nemmeno le loro radici.

Questa pratica sembra datare almeno qualche anno, dal momento che gli alberi nel cortile di casa mia sono ben più vecchi dell'edificio, e probabilmente per i primi 30-50 anni della loro vita hanno dominato un paesaggio fatto di tetti bassi di tegole grigie, prima di trovarsi all'ombra di un condominio di 15 piani, unica memoria d'una vecchia Pechino quasi dimenticata. Quasi tutti gli alberi della città vecchia oramai sono censiti, e riportano placche che informano chiunque dell'età stimata dell'albero e della categoria di protezione di cui gode.

E' una bella legge, una legge intelligente quella che protegge almeno gli alberi, cose vive, dalla speculazioni edilizia. Ad oggi i lavori a Dongzhimen sono finiti, e i pioppi fanno bella mostra di sé in un'aiuola che divide la strada principale dal controviale, facendo ombra d'estate e meno grigio d'inverno.

2009-08-14

Invenzioni


Un giorno, mentre stiamo andando a visitare l'ennesimo cliente, Nathalie mi racconta quello che definisce un fatto oltraggioso. Seriamente scandalizzata e offesa, procede nel dettagliarmi le dichiarazioni del governo della Corea del Sud, secondo il quale la Festa di Mezzautunno è una tradizione anzitutto coreana, in seguito adottata dai Cinesi; non solo, ma una celebre università è arrivata a sostenere che i caratteri cinesi siano stati inventati dai Coreani, insegnati ai Cinesi, e quindi abbandonati perché inefficienti dal punto di vista comunicativo, e sostituiti dall'attuale sistema di scrittura coreano. Più tardi tanti conoscenti mi confermeranno la storia, che ha causato un grave incidente diplomatico tra Corea del Sud e Repubblica Popolare, con proteste ufficiali del governo di Pechino tramite la loro ambasciata, e un'ondata d'indignazione popolare che non si vedeva dai tempi in cui il governo giapponese aveva rimosso dai libri di scuola le atrocità commesse durante la Seconda Guerra Mondiale.

Sinceramente, come europeo, la cosa mi lascia abbastanza freddo: se il governo coreano ha le prove di quello che dice, le produca, se no stia zitto.
“E in fondo” dico a Nathalie con una punta d'ironia “non è che i Coreani siano i primi ad attribuirsi fantasiose scoperte della civiltà. Succede la stessa cosa quando i Cinesi dicono di aver scoperto l'America e inventato la pizza”
“I Cinesi HANNO inventato la pizza! Non hai mai sentito parlare delle Shandong Chaobing?!?”

Oh, Dio.

Le Shandong Chaobing (山东炒饼) sono essenzialmente una specie di pane con la sfoglia, nel cui impasto vanno varie verdure e carne trita (con una prevalenza di scalogno e maiale), che viene fritta su una grossa piastra e servita intrisa d'olio di colza, il preferito nella Cina del XXI sec. Non voglio chiedere, ma sono sicuro che la storia della Shandong Chaobing includa, ad un certo punto, Marco Polo che passava di lì, l'assaggiò, gli piacque, e la portò in Italia dove la spacciò per pizza e divenne famoso. Le storie di questo tipo in Cina sono parte della realtà consensuale e nulla può far cambiare idea ai cinesi, se non forse una dichiarazione ufficiale a reti unificate del Partito Comunista; e forse neanche quella. Ma il guaio non è tanto questo, è che con la mia dichiarazione sconsiderata sulle invenzioni ho scatenato il nazionalismo di Nathalie e ora lei dovrà convincermi che i cinesi hanno inventato questo e quello, pena la perdita della faccia. Discutiamo per almeno dieci minuti buoni di invenzioni e civiltà, finché alla fine grazie a Dio possiamo concordare sul fatto che abbiamo opinioni diverse e non c'è modo oggettivo di dimostrare la superiorità di una sull'altra (mento sapendo di mentire, sono tutte cose verificabilissime ma sono stufo di discutere con quella testa di legno di Nathalie).

Questo lungo preambolo ci introduce a un aspetto estremamente interessante della cultura cinese (e forse coreana e giapponese, chi lo sa?), ovvero il pregiudizio per cui i Cinesi hanno inventato tutto prima degli altri. Si tratta di una conseguenza del pregiudizio più noto secondo cui la Cina è il Paese di Mezzo che sta al centro del mondo, con la storia più antica, la gloria più brillante, la civiltà più raffinata (diciamo pure: LA civiltà, l'unica) mentre tutti i popoli esterni sono fondamentalmente dei barbari capaci al più di creare effimeri imperi delle steppe. E a chi obietta che i Mongoli con il loro effimero impero delle steppe hanno conquistato mezzo mondo Cina compresa, e in particolare la Cina l'hanno dominata per un secolo da imperatori, si risponde che i Mongoli SONO Cinesi, una delle tante minoranze etniche, e lo dimostra il fatto che hanno adottato il sistema imperiale cinese. La tesi, credetemi, è ben navigata e testata ampiamente contro le critiche degli occidentali gelosi.

Sta di fatto che, oltre alle sacrosante scoperte che indiscutibilmente competono alla civiltà cinese, come la carta, la stampa, la bussola, la polvere da sparo, lo smalto, la seta, l'agopuntura, i soldi di carta, le bacchette per mangiare, l'aquilone, la porcellana, il té, il tofu, se ne aggiungono altre più discutibili.

Le Invenzioni “Tirate”
Si tratta di concetti certamente sviluppati in Cina in tempi antichi, con successo limitato, ma poi reinventati in forma diversa e migliore altrove, per esempio:
Le armi a ripetizione: i chengdunesi sostengono che la la balestra a ripetizione fu inventata da Zhuge Liang nel periodo dei Tre Regni (220-280). Vero, però è difficile sostenere che questo abbia avuto un peso sull'invenzione delle armi da fuoco a ripetizione, sviluppate più di un millennio dopo in Europa.
Gli scacchi: gli scacchi in Cina esistono da tempo immemore, usano pedine tonde con ruoli diversi e hanno regole complicatissime. Si può sostenere che abbiano avuto la loro influenza sui più conosciuti scacchi occidentali, quelli con il re, la regina, la torre, ecc. Sta di fatto che oggi gli scacchi cinesi si usano solo in Cina e forse un po' in Corea e Giappone, mentre nel resto del mondo la gente usa gli scacchi occidentali, per cui non capisco questo grande orgoglio cinese nel vedere che gli europei gli hanno rubato l'invenzione, l'hanno migliorata e l'hanno resa celebre.
Il golf: oggigiorno in Cina non sei nessuno se non giochi a golf. Solo a Pechino ci sono tipo 50 campi da golf, ed è qui che i ricchi e i potenti fanno le guanxi, Poi un giorno qualcuno si è ricordato che durante la dinastia Song (960-1279) i membri della corte imperiale si divertivano con il chuiwan, un gioco in cui bisognava mandare una palla dentro una buca colpendola con un bastone, e ha dedotto che il golf è cinese. Il chuiwan fu dimenticato ben presto dai Ming perché doveva essere ancora più noioso del golf (il fatto che si giocasse su aree piane e ristrette più aver contribuito alla decisione). Tra le altre cose il golf in Cina si chiama non chuiwan ma gao'erfu: dev'essere tutta esterofilia.
Il calcio: un giorno, durante il periodo degli Stati Combattenti (476-221 a.C.), un generale decise che i soldati potevano svagarsi e allenarsi allo stesso tempo giocando a palla. Li divise in numerose squadre, assegnò a ciascuna un buco in un muro, le mise tutte una contro l'altra contemporaneamente e quelli cominciarono un gioco che probabilmente assomigliava al calcio non meno che alla rissa reale del wrestling con tanto di mosse di kung fu, nonché al sabato dei saldi al Wal Mart di Jianguo Lu. Lo chiamarono cuju, ma lo chiamarono per poco perché probabilmente finiva con un certo numero di soldati calpestati a morte dagli altri, e causava tensioni nelle truppe. Quando poi il calcio divenne famoso anche in Cina qualcuno disse che era lo cuju ritornato. Infatti ancora oggi lo chiamano zuqiu, ovvero palla-piede (football), e la nazionale cinese, con la sua tradizione calcistica millenaria, si è qualificata tipo 150esima ai campionati mondiali, dietro Paesi come il Nicaragua che probabilmente Sanlitun da sola fa più abitanti. 

Le Invenzioni Controverse
Sono quelle invenzioni che possono anche essere nate in Cina, ma sono talmente basilari e antiche che invocarne la paternità è assolutamente puerile. Un giorno ero in un mercato a Shanghai e una ex collega mi indicò un abaco, un semplicissimo abaco per contare, in vendita a pochi kuai, e me lo spacciò per un oggetto che rappresenta squisitamente la tradizione della civiltà cinese. Avrei voluto rispondergli che la nostra civiltà occidentale è rappresentata squisitamente dai grattacieli e dalle strade asfaltate, e avrei voluto chiederle se a Shanghai c'erano tanti occidentali con la nostalgia di casa oppure erano i cinesi che volevano far le cose in stile tradizionale europeo. Non lo feci, perché forse era un po' eccessivo. Ma quando un cinese vi dirà con orgoglio che la campana e il remo sono invenzioni cinesi (gli esemplari più antichi preistorici sono effettivamente stati ritrovati in territorio cinese), rispondetegli che la ruota è irachena (l'hanno inventata i sumeri) e il lavandino e il cesso sono italiani (risultati dell'acquedotto romano), e chiedete loro se si sentono fortunati ad aver avuto contatti con gli stranieri, così non devono andare in giro a piedi o sui muli, lavarsi al pozzo e cagare in buchi nel pavimento. Tenete conto, però, che potrebbero non cogliere l'ironia e offendersi.

Le Invenzioni “Scollegate”
Sono invenzioni cinesi che assomigliano ad altre invenzioni posteriori e totalmente indipendenti. Per esempio gli spaghetti – la madre di tutte le diatribe sulle invenzioni. Sugli spaghetti sono state create storie fantastiche, che non mi stanco mai di ascoltare. Le peggiori includono sempre Marco Polo, le migliori invece includono fatti storici reali o anche elementi romantici, come quella del marinaio italiano che, dopo aver passato la notte con una bella ostessa cinese, si accorge che gli spaghetti rimasti sul tavolo si sono seccati, ed è per questo che in Italia la pasta è così dura. Per la cronaca: gli spaghetti in Cina potrebbero datare a 4000 anni fa, mentre in Italia dal periodo etrusco (2500-3000 anni fa). Le probabilità che gli spaghetti abbiano attraversato l'Asia in questo periodo, senza lasciare tracce nella cucina di alcun popolo sulla strada, sono semplicemente ridicole.

Le Invenzioni Fantasiose
Le migliori. Oltre alla già citata pizza ottenuta da un Marco Polo pasticcione dalle shandong chaobing o dai ravioli cinesi (Marco Polo essendo un laowai non li sapeva chiudere, i ravioli), c'è la Coca Cola, inventata da un medico cantonese come rimedio per l'influenza e ancora servita bollente con lo zenzero in varie località del Guangdong.

Peraltro, le invenzioni cinesi sono una realtà in divenire. Non mi stupirebbe sentire, tra qualche anno, che i cinesi hanno inventato il vino e il formaggio e Marco Polo li ha portato in Europa, o che la ricetta del Kentucky Fried Chicken sia stato creata dalla tata cinese del colonnello Sanders, o che i cinesi hanno mappato la Luna durante il Grande Balzo in Avanti. Del resto, già si sosteneva tempo fa che Zheng He scoprì l'America qualche anno prima di Colombo: quando uno storico scandinavo fece notare che i Norvegesi erano arrivati in America già secoli prima di Colombo e Zheng He, uno storico cinese dichiarò che i Vichinghi non avevano circumnavigato il globo, ma Zheng He sì, e prima di Magellano, ma purtroppo non lasciò carte o resoconti di questo viaggio. Peccato. Qualcuno azzarda invece che Laozi, fondatore del Taoismo, con l'idea del Tao che si autogenera dal nulla abbia posto le basi della fisica quantistica, che è un po' come dire che Epicuro, con la teoria degli atomi, è il padre della fisica nucleare.

Aspettiamocene di sempre nuove.